Yashica Fx-D Quartz che fu

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La prima era una Yashica Fx-3, comprata con un po’ di risparmi e investendo il buono del Tesoro che nonna mi aveva regalato quando ero piccolo – ancora di più – perché quella spesa la feci a 12 anni, attorno al 1981.
La vidi per l’ultima volta in un Mc Donald’s, a Barcellona, prima di fare la pipì. L’affidai a una compagna di ginnasio che quando uscii dal bagno candidamente mi disse: “ah, ma non l’avevi ripresa tu?”
Maledetta.
Dopo tanta disperazione comprai questa. Il modello migliore. Che non era meccanica e pur ottima come quell’altra, ma elettronica e al quarzo: ancora meglio. Voleva dire che quelle due pile che si mettevano sotto, pile a pastiglia, facevano vibrare ad altissima frequenza un cristallo di quarzo. L’elettronica della macchina contava le vibrazioni e si regolava per i tempi di scatto che, di conseguenza, erano perfetti. Questa cosa mi affascinava tantissimo.

Dopo il dispiacere e il sacrificio, almeno, avevo la macchina più bella di prima.
Eccola qui. L’ho usata fino ai primi anni del nuovo millennio, quando poi è arrivata la prima digitale a sostituire tutto.

Avevo il corredo perfetto per me: 50 millimetri 1.boh (non l’ho più ritrovato quello), 28 millimetri 2.8, 135 millimetri 2.8 e poi, comprato in seguito, il 75-200 4.5 che mi piaceva un sacco, ma per fare le foto a fuoco era impegnativo.
Il resto erano pellicole e pazienza.

Ora l’ho ritrovata. Ripescata da dove l’avevo abbandonata dopo il trasloco nordico e l’oblio. Chissà quand’è che avrà smesso di funzionare. È tutta lì, inchiodata da ruggine e muffe (nelle lenti degli obiettivi). Non si apre nemmeno più lo sportello della pellicola. Farà la sua bella figura come soprammobile e il resto saranno ricordi. Dalle foto alla nipotina che cresceva alle prime trasferte di lavoro con le pellicole contate che tanto “se il pezzo è di 4 pagine un rullo da 36 basta e avanza” e via a scattare contato riuscendo sempre a portare a casa il lavoro più o meno buono.

Di tante cose rovinate ha retto il rivestimento. Dopo che la fintapelle iniziò a consumarsi (durava davvero poco), la tolsi tutta, sostituendola con un adesivo rifilato con pazienza. Va be’: sempre stato nerd.

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2 commenti

    • cesare aloisi il 6 Marzo 2021 alle 19:30
    • Rispondi

    È stata la mia reflex per tanti anni e i più bei ricordi fotografici li devo a lei. Il rivestimento in pelle l’ho staccato e sembra persino più bella e a parte quella modifica, per tutto il resto è come nuova ed è sempre un piacere prenderla in mano. Ogni tanto la uso per imprimere qualche rullino , alla faccia del digitale,per renderla felice insieme a me. Se vorranno la useranno i miei figli e nipoti…. ma me dubito. Saluti a tutti gli YASHICA F-D QUARTZISTI. Cesare
    cesarealoisi@libero.it

  1. Bravissimo che l’hai conservata bene. Sì, qualche rullo, chissà, lo avrei usato anche io forse. Ne ho giusto trovato uno un po’ di tempo fa, Ancora da imprimere. Quello che mi tenevo per “non si sa mai”.

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