Di certi lavori si ha un po’ paura. Un po’ perché si sa che ci saranno orari a caso, non ci saranno tregue e, soprattutto, che non si può sbagliare, perché sono piuttosto delicati. Però si gioca pure in una bella squadra, c’è subito complicità e ci si copre l’un l’altro intendendosi con uno sguardo. E allora diventa pure esaltante.
Se poi il posto (dovrei dire, la “location”, come quelli veri, ma preferisco l’italiano) si chiama Venezia è ancora più bello. E oltre alle foto dei clienti bisogna registrare i respiri di una città che ha sfaccettature diverse e ognuna affascinante a modo suo. Alcune davvero pazzesche poi. L’eleganza e lo stile, i colori, il silenzio e anche il buio. Il rumore dell’acqua, una musica di sottofondo che fa le cose magiche come certi costumi surreali e le calli strette in cui si scorre tra acqua e storia.
Ne sapevo poco di Venezia ed è molto di più di quanto ne avessi intuito fino ad ora. E già so che ce n’è ancora così tanta.
Dovrò tornarci e riguardando le foto so che sarà così.