Oggi Kindle, il lettore di amazon, mi ha avvisato che sto leggendo da quattro settimane consecutive e altri dettagli statistici che mi fanno venire l’ansia come quella volta che, passeggiando in bici con un amico, Strava si è affrettato a comunicarmi che ero seicentocinquantaquattresimo (654°) in un tratto di salita qui vicino.
Ecco, come avevo affrontato quella pedalata in relax, senza sapere di essere in una gara con chissà chi (qualcuno, invero, molto scarso se l’ho sopravanzato pedalando – io – in salita e chiacchierando), vorrei leggere in pace senza pensare che ogni pagina che faccio girare conterà per una qualche classifica.
Che poi sarà pure onorevole leggere per tot giorni di seguito qualcosa, siamo o non siamo nella società che legge poco e scrive tanto? Magari aiuto a rivoltare questa classifica miserevole.
Ma poi penso: e se leggo qualcosa su Kobo? Perdo tutta la classifica o me ne rifanno una lì? In realtà potrebbe venirmi in aiuto un sistema che Apple ha incastrato nei suoi apparecchi che conta tutto il tempo che ci si passa su e fa le classifiche in base alle tipologie di programmi/applicazioni utilizzati.
Quindi se sto qui a scrivere i miei pensieri su Word per poi metterli su un sito o su facebook, qualche cervellone discendente da Steve Jobs fa i suoi conti per poi dirmi quanto ci ho messo. E se apro il documento in Word ma dal cellulare Android? Mi perdo la classifica Apple ed entro in quella di Android? chissà.
Ma soprattutto, posso mettermi a leggere a letto, sul divano, o su una panchina ai giardinetti senza che mi si conti il tempo del relax? Ok che queste cose hanno un valore statistico con cui potrei misurare la mia produttività e, soprattutto, farla sapere a chi realizza qualcosa da vendermi mirando sempre meglio, ma questa cosa fatta anche quando svolgo attività che dovrebbero rilassarmi mi mette un po’ di ansia.
Che fare allora? Sì, la risposta è facile. Chiudere il computer, posare il tablet, spegnere il cellulare e prendere un libro, di quelli di carta che la statistica ce l’hanno solo nella sgualcitura delle pagine.
Oppure una penna e scrivere.
Così li ho fregati tutti.
Anche se, a ben pensare, mi troverò le statistiche penalizzate come se non avessi fatto niente. Leggere un libro, in fondo, è sempre qualcosa di rivoluzionario.