È da giorni che parlo con Carlo di Nova Eroica, quella con biciclette moderne e pure dei tratti cronometrati che sembrano – e un po’ sono – l’antitesi di un evento come L’Eroica. Qualcuno dice che in Nova Eroica non c’è niente di Eroica. Io ho sempre risposto che non la vedo così. Nella prima Nova Eroica, nel 2017 ero molto perplesso: temevo di vedere lo spirito granfondistico del mordi, fuggi e bestemmia (anche per un duecentesimo posto).
Invece mi colpì come ciclisti tiratissimi, abituati a gare sgomitate, se la prendessero in maniera goliardica, aspettandosi e divertendosi e poi magari sfidandosi solo nei tratti cronometrati. Insomma, vidi lo spirito dell’evento “eroica” entrare in quello delle granfondo in modo positivo. Ché alla fine si tratta di cicloamatori eh, non di corridori “veri”. Quelli sono al Tour de France. Al più qualcuno crede di essere alla Maratona delle Dolomiti. Ma, insomma, altra roba.
Ne è venuto fuori questo bel pezzo. Nel modo di raccontare, e paragonare, di Carlo. Che trovo molto divertente e dice che si può ancora scrivere tanto – pure su internet – senza essere noiosi. Vero pericolo di nostri tempi e di troppi novelli Mura.
Un piccolo tributo a Nova Eroica che potete criticare quanto volete, ma ha un pregio assoluto: ha scoperto il gravel prima che se ne accorgessero quelli con la barba lunga (intesa come attenzione all’aspetto più che al viaggio vero e proprio – che poi sarebbe il vero senso del gravel, anche se fate un giro di mezza giornata).