SIRBeC è l’acronimo di Sistema Informativo Regionale dei Beni culturali, un sistema di database basato su Access (sì, quello di Microsoft), sviluppato per la Regione e in grado di archiviare qualsiasi cosa: da una chiesa a un tappeto a un orologio fino a… una bicicletta. Il sistema è potentissimo, permette di catalogare anche tutti i documenti relativi all’oggetto (foto comprese) pure non fisicamente allegati e di tenere conto dell’evoluzione storica dell’oggetto (restauri, danneggiamenti, ecc). Può incrociare i dati con altri archivi in un attimo e cose così. L’unica pecca, ancora, è l’essere poco “user friendly”. Per usarlo ci vuole un corso e qualche mal di testa. Ma farebbe comunque commuovere qualsiasi monaco medievale di cui, forse, ci vuole un po’ della pazienza nell’inserimento dei dati. Anche perché bisogna districarsi in mille acronimi scaturiti da teste di archivisti diventati nerd per esigenza (o il contrario, cambia niente). Davanti abbiamo una tastiera e computer con memoria infnita e non striscette di pelle avanzate dalle cancellerie più ricche. È gia qualcosa.
Molto affascinante, insomma, e il prof. Donato Tamblé, che mi insegnò qualcosa di archivistica e ora ha la barba bianca, ne sarebbe contento (e io sto ritrovando la logica dei suoi insegnamenti). Tutto sommato non aveva torto quando definiva l’archivistica il secondo mestiere più vecchio del mondo.
Ecco, quello che faccio io ora con il ciclismo in Lombardia: l’archivista.
Peccato serva un pc e niente Mac.
Amen
PS
Per chi volesse saperne di più sul SIRBeC, qui c’è tutto.