Quando esco in bici e, tornato a casa, leggo di un ciclista morto investito, mi prende una sensazione di “sopravvissuto” e non va bene.Non sono andato in guerra, non ho fatto niente di pericoloso. Al 99 per cento come quell’altro finito male. Perché i ciclisti finiti male sono quelli che viaggiano da soli, come me, non in gruppo e in doppia o tripla fila, che sono ben visibili, pure se non si fa. Pensate: li nota anche chi smanetta al cellulare mentre guida.Sì, si pedala in fila e per essere superati ci vuole di più, magari ci si allarga meno e se dall’altra parte viene un’auto si fa “il pelo” e si prega.Poi gli imbecilli ci sono ovunque, ma chi pedala si fa più male, sempre.Non ho la stessa sensazione da sopravvissuto quando guido l’auto. Mi è capitato di avere incidenti con entrambi i mezzi. Cose lievi in auto, più serie in bici… ma comunque la sensazione di essere alla mercé degli altri è maggiore in bici, non si scappa, ovvio. E forse anche per questo in auto guido con prudenza (che non vuol dire essere perfetto). Domenica a Roma c’è stata una manifestazione per ricordarci che la strada è di tutti e ci vuole rispetto, soprattutto per quelli che si fanno male di più.Ecco, ricordiamoci che dietro a ogni curva potrebbe esserci qualcuno in bici. Nel pieno dei suoi diritti.
#Rispettiamocinstrada
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