Non ho visto il Giro d’Italia oggi. Avrei dovuto, per lavoro e per passione. Invece sono uscito in bicicletta, era un po’ che non pedalavo, ma dovevo salutare un amico nel modo che a lui sarebbe piaciuto.
Perché una delle ultime volte che ero andato a trovarlo per prendere un caffè si era appoggiato a me per attraversare la strada invece che mettersi in testa a tirare. Parlavamo sempre di bici ma quella volta non avevo il coraggio, finché non mi aveva chiesto lui delle corse, del mio lavoro. Poi aveva concluso: “e quando ci torno in bici io, lo vedi come sto? Giusto i rulli, chissà”.
Che fatica pescare una battuta. E sì che di cavolate da dire ne ho sempre tasca. Però avevo pensato di portargli i rulli. Sono lì in garage, tirati fuori per lui.
Ci vuole la fatica per confondere il sudore con le lacrime. L’aria tiepida e le sue battute, come quando si metteva dietro al gruppetto e cantava a tutta voce, insieme a quell’altro.
Caro Filippo, volevo rimetterti in bici un’altra volta. Invece mi ci hai messo tu oggi pomeriggio.
3 commenti
Amore per l’amico che in bici ha attraversato l’arcobaleno e tenerezza mista al dolore leggendo ció che provi
re niente giro ero in bici con Filippo.:
BRAVO;BRAVO;BRAVO
Era un principe, nel portamento, nella gentilezza, nel sorriso. Lo ritroveremo così.