– Il problema dell’atleta algerina è stato sollevato soprattutto da alcuni politici. In particolare, dal nostro Ministro dei Trasporti. Il Ministro dello sport aveva già accettato il giudizio del CIO e commentato di circostanza. Forse poteva dire di più, visto che un suo collega gli sta pestando platealmente i piedi. Tutto regolare? Per lo sport, intanto, la situazione era regolare e già definita.
– È successo quel che successo. Sul web ci sono spiegazioni date con certezza e basate su dati che, a scavare, non si trovano. I social sono terreno di chi non ha dubbi, ma attenzione. Le certezze per sentito dire non fanno bella figura.
– Lo stop all’algerina – che è donna, fino a prova contraria che, al momento, non c’è e già questo è abbastanza umiliante: attenzione #2 – è stato dato da una federazione che, a quel che si legge (e pure piuttosto documentato) è più torbida delle acque della Senna e con correnti più forti.
– Sui social continuano a rimbalzare certezze che sui giornali seri sono, al massimo, dei condizionali ripetuti.
– La questione va risolta con regole chiare che al momento non ci sono ed evidentemente servono. Situazione delicata pure da affrontare perché si rischia di parlare di esseri umani con la stessa tranquillità del controllo delle bici al Tour de France dove smontano il movimento centrale per guardarci dentro.
– I vari “guardala, è un uomo” sono di una violenza inaudita e quasi nessuno batte ciglio. Vogliamo stabilire un criterio estetico per l’ammissione alle gare femminili? Perché di questo stiamo parlando. Allo stesso modo un cestita troppo alto allora non andrebbe bene o un nuotatore con i piedi da hobbit. Lì c’è un limite?
– I treni sono sempre meno puntuali.
Informazione e sentito dire e cosa c’entrano i treni
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