A Leonardo Da Vinci è stata attribuita anche l’invenzione della bicicletta. Anzi, più che l’invenzione, il concetto. C’è una differenza ma il genio è genio e ci è piaciuto credere che fosse così anche al di là dei dubbi legittimi arrivati in seguito.
Il disegno è certamente geniale se attribuito all’epoca leonardesca (millequattro, quasi millecinque) perché presenta il concetto di moltiplica di rapporto così come è nelle biciclette moderne. Quando si iniziò a pedalare per davvero si partì aumentando il diametro della ruota, per non stare lì a frullare sui pedali. Non era molto comodo però e, soprattutto, pericoloso; con quelle strade poi.
Nel disegno inizialmente attribuito a Leonardo c’era la moltiplica cui si sarebbe arrivati solo trecento anni dopo, ma non lo sterzo. Il che avrebbe reso quella bici decisamente complicata da guidare, non si parla nemmeno dell’effetto giroscopico che ci fa stare in equilibrio. È solo un disegno che fa discutere insomma, in un foglio, dove, per intenderci, ci sono anche dei disegni fallici (sì, come quelli che il solito simpaticone disegnava sui quaderni altrui a scuola).
La storia e la barba seria di Leonardo ci avevano fatto attribuire a lui la bici e a un allievo discolo gli altri disegni. Nessuno ipotizzò il contrario, sempre per dire. Ma ce lo vedete Leonardo da Vinci, barba anziana ed espressione seria, perdersi a disegnar cazzetti sui fogli? No, lasciamoli all’allievo quelli.
Al di là di queste chiacchiere, che purtroppo restano tali perché le ultime rilevazioni avevano detto che si trattava solo di elementi geometrici disegnati in origine con il resto della bici aggiunto dopo da chissà chi, Leonardo era un genio per mille idee e realizzazioni decisamente vere e giustamente celebrate. Ora ancora di più con una fenomenale opera pubblicata su google a questo indirizzo: https://goo.gle/leonardo
Ecco, lì sì che ci si perde.
Perdètevici!