Al salone della moto mi sentivo un po’ come un pesce fuor d’acqua. Però c’era pure qualche bici, ma di quelle ne parlerò su Cyclinside. Invece sono andato a curiosare tra moto più o meno improbabili. Ma come si fa a guidarle? Forse hanno il serbatoio tanto piccolo proprio perché non è che ci sifanno troppi chilometri.
Però a vedere certe ruote c’è da pensare a che razza di trazione possano avere quelle bestie lì. Belli pure gli scooter elettrici (e non solo scooter).
Poi curiosità: hanno rifatto la Lambretta che si chiama Lambretta e c’era il pienone a provarla e a guardarla (e a guardare pure le due gattone che ci si strusciavano su). Allo stand della Vespa sembrava che fosse l’oggetto del desiderio di tutti. Invece decisamente più deserto lo stand della LML non c’era quasi nessuno. E chi la conosce? direte.
Pochi, in effetti, ma i loro prodotti sono molto riconoscibili. Non è altro che uno stabilimento dove Piaggio produceva la Vespa un po’ di anni fa e che adesso ha venduto tutto. E questi (evidentemente autorizzati) si sono messi a rifare proprio la Vespa. Ma non quello scooter moderno che è giustamente firmato Piaggio ma assomiglia a tutti gli altri, bensì la “vera” Vespa di un po’ di anni fa. Quella con le “chiappe” (hanno un nome ufficiale?) ben definite e lo stile inconfondibile (altro che quello scooter che assomiglia… l’ho già detto).
Una Vespa indiana, insomma, che si chiama in altro modo ed è marchiata LML. Solo che al Salone non leggevano Piaggio e allora la schifavano come imitazione. E tanti saluti al Vintage.
“La Vespa, quella vera, è Piaggio”. Convinti loro.