Chi “xxxxx” mangia le mele

In giro per i padiglioni di Milano, all’Eicma, c’è uno stand di scooter coloratissimi, belli e anche con belle ragazze su. Ricordano qualcosa, impossibile non notarli. Sono realizzati da una fabbrica indiana che una volta lavorava per una ditta italiana che ora ha aggiornato il prodotto e lo ha fatto con linea più moderna. Solo che ai nostalgici la linea di una volta piaceva di più. E la cercano ancora.

Anche questi scooter si sono modernizzati, il telaio è stato rivisto e il motore messo in posizione centrale, tanto per bilanciare i pesi e non rischiare di guidare storti. Ma l’estetica è quella ed è affascinante.

Un mio amico, che vende motocicli, si è messo in negozio un po’ di questi scooter. Colori moderni, colori accesi e colori pastello.

Un successone? Macché, «Entrano incuriositi, poi non leggono il marchio che si aspettano e chiedono – mi ha raccontato – quando gli dico che sono indiane restano delusi e vanno via. Se ne vendono pochissime».
Vaglielo a spiegare.

Potrebbe venire addirittura da pensare che se volessero quel marchio potrebbero… no, non si dice qui, ma che ci vuole?
Però no. È indiana, chissà se funziona davvero o mi lascia a piedi.
Lasciamo perdere

Quanto siamo italiani! E poi andiamo pure in giro a raccontare che noi, però, cerchiamo la qualità, mica il marchio.
Come no.

PS
Avrete notato che non ci sono marchi. Nella prima stesura del post li avevo messi tutti, tanto è un blog questo, avevo pensato. Dopo neanche due ore dalla pubblicazione (!) mi ha contattato l’ufficio stampa del marchio della foto per chiedermi di non associare un marchio all’altro. C’è stata una sentenza del tribunale (dolorosa) nei giorni scorsi, mi hanno spiegato e chiesto di evitare. Cortesia fatta a due colleghi gentili (e di efficienza davvero mostruosa, non vorrei essere nei loro panni ad inseguire tutti blog!). Resta comunque quell’estetica. Che tutto sommato vale più di un marchio e di un nome.