È da un anno che abbiamo dimenticato le buste di plastica, ve ne siete accorti? Io sì, cioè no. Il mio portafoglio se n’è accorto, la pattumiera no. Dopo 12 mesi di applicazione (e rispetto) della nuova legge la cosa appare come era sembrata all’inizio: una rimescolata di carte in cui a spendere, di più, sono sempre gli stessi.
Funziona così: dal primo gennaio 2011 le buste di plastica sono vietate. Che poi non si capisce bene come perché molti continuano a distribuirle… ma noi siamo quelli bravi e allora ok: sono vietate.
Succede che: se fai la spesa è meglio attrezzarsi. L’hanno spiegato ed è giusto. Gli scatoloni ripiegabili e riciclabili dell’Esselunga sono cosa buona, così come le “sportine” da riutilizzare. Bene.
Altrimenti ti danno delle buste di plastica che non sono di plastica, ma sono “Mater-Bi”, ossia un qualcosa che deriva dal mais. Bello, suona pure ecologico e sicuramente lo è: promettono di biodegradarsi rapidamente (quindi non usatele per conservare le cose in soffitta) e non di inquinare per i prossimi 400 anni.
Però costano. Eh sì, perché il materiale è sicuramente più laborioso da produrre. Ma puzzano. Avete presente quell’odore di bruciato che non si capiva da dove… viene da lì: se avvicinate il naso alle buste lo sentite chiaramente che viene da lì. Saranno pure ecologiche ma guai a lasciarle in camera da letto. E poi si rompono. Se le riempite un po’, non serve esagerare, si squarciano irrimediabilmente. Ok, prendiamolo come stimolo a usare altri metodi per la spesa…
Poi ti accorgi che le buste di plastica, in fondo, servivano a tante cose. Buttare l’immondizia prima di tutto. Tant’è che mi sono trovato a dover comprare regolarmente le buste nere, apposite e in perfetta plastica “old style”, per tutte le cose che si fanno fuori regolarmente in una casa (avete presente i pannolini dei neonati?)
Allora se penso a quante buste di plasticaccia buttavo prima e quante ne butto ora i conti coincidono, o ci vanno molto vicini. Non coincidono le spese: perché le buste che prima mi regalavano ora sono una riga in più nello scontrino della spesa. E non è sempre plastica in giro poi?