Mi avevano insegnato che il giornalismo servisse per informare soprattutto, dare la possibilità di crearsi delle idee, riportare pure delle idee e fare dei ragionamenti.
Oggi vedo un giornalismo schiavizzato da dinamiche commerciali. Normale pure: senza soldi crolla tutto.
Ci sono delle logiche però, un’etica. Guardate questo annuncio invece. Giornalisti (professionisti?) che svenduti a promuovere prodotti. Il SEO su tutto e, ciliegina sulla torta, delle “vere” recensioni per “ottenere una grande reputazione”. Già così non sembra affatto scritta da un professionista, ma tant’è.
Poi vantano i loro clienti.
Quindi ora sappiamo che i nomi riportati sotto sono di aziende il cui valore è dichiaratamente sovrastimato grazie a pratiche di questo tipo. Direte: sì, ma lo fanno tutti. Nì. Diciamo che ci piace pensare che il buon lavoro sia meritevole.
D’ora in po’ leggerò con una certa diffidenza articoli che riguardano quei nomi. Li immaginerò finti. E delle eventuali recensioni farò una bella tara, se mai mi dovesse interessare un tal prodotto.
Bel lavoro han fatto. Davvero professionale.
Sempre che sia vero poi. Alcune cose di questo messaggio fanno venire dei sospetti. Voglio pensare che le aziende sotto elencate si siano rivolte a qualche servizio di promozione senza sapere esattamente i mezzi usati. Altrimenti siamo messi male. Sono messe male.
Il SEO, ancora una volta, sta distruggendo il giornalismo